Cinema documentario: Il cielo stellato
Le esperienze di vita mediate dai dispositivi elettronici, e l’emergere di una nuova dimensione in cui reale e immateriale si fondono plasmando in modo inedito le nostre esistenze, sono temi che occupano da tempo la mente di pensatori e giovani artisti. Che cosa guardiamo? E in che modo – e si perdoni il brutto verbo… – fruiamo il mondo? In una mostra agli Uffizi di Firenze di qualche anno fa, Giacomo Zaganelli rifletteva – attraverso tre video da lui girati – sull’identità delle attività turistiche e culturali attuali, e in particolare sulla consuetudine a filtrare l’osservazione dei lavori d’arte (e non solo) attraverso l’obiettivo di smartphone, telecamere, macchine fotografiche. In quell’occasione, Eike Schmidt – direttore del museo fiorentino – dichiarava al pubblico: «La mole di riproduzioni delle opere che conserviamo cresce in maniera esponenziale modificandone la percezione, e anche il comportamento stesso del viaggiatore, collezionista di immagini fatte da sé, è oramai fondamentalmente alterato». Sono meditazioni che tornano alla memoria ora che alla Fabbrica del Vapore di Milano – dal 25 gennaio al 17 marzo – arriva “Il cielo stellato”, progetto firmato da Caterina Erica Shanta, nata in Germania nel 1986, laureata a Venezia e di base a Pordenone. È un mediometraggio incentrato sulla ricorrenza della Madonna della Bruna di Matera, protettrice della città, festeggiata da un grande evento popolare il 2 luglio di ogni anno da più di 600 anni: occasione in cui l’antico cielo stellato di Matera, cantato e celebrato in passato, diventa un orizzonte di cellulari luminosi sopra le teste del pubblico partecipante. Il documentario firmato da Shanta racconta questo fenomeno, accompagnandolo con una serie di materiali d’archivio raccolti dall’artista nei mesi di lavoro in Basilicata e da un ciclo di immagini realizzate con la tecnica della fotogrammetria, in grado di generare modelli tridimensionali a partire da fotografie realizzate attorno a un soggetto centrale. Ai fini del suo lavoro, Caterina Erica Shanta ha raccolto per anni – attraverso open call – le fotografie scattate nella piazza di Matera durante il momento cardine della festa, ovvero la distruzione – o “strazzo” – del carro trionfale a opera della popolazione. Nel momento in cui il carro sparisce demolito da migliaia di braccia, altrettante scattano fotografie. Realizzando inconsciamente una fotogrammetria a 360° quasi perfetta del manufatto, ormai a pezzi.