Mega CityCampus Giant a Grenoble: la penisola del sapere

Campus Giant a Grenoble: la penisola del sapere

Il tram passa accanto alla stazione e fila verso l’estremità nord di Grenoble. Anche conosciuto con il nome di Poligono scientifico, il sito di 250 ettari ha sempre costituito un polo isolato e un non-quartiere, vista la sua forte specializzazione, testimoniando nel contempo i legami storici tra la città e la ricerca tecnologica e scientifica. Dalla seconda metà del XX secolo, vi si installano i grandi enti nazionali ed europei per la ricerca. Negli Anni 60, per iniziativa del fisico Louis Néel, il Commissariato per l’energia atomica e per le energie alternative (Cea) occupa vecchi terreni militari in stato di abbandono.

Seguiranno il Centro nazionale di ricerca scientifica (Cnrs), organismi internazionali e di ricerca, laboratori pubblici, centri di ricerca e di sviluppo, così come le scuole d’ingegneria. Nel 2006, l’arrivo di Minatec, creato nel 2000 dal Cea, è una tappa decisiva nella strutturazione scientifica del futuro campus. Questo complesso scientifico specializzato nelle micro e nanotecnologie favorisce il collegamento tra la ricerca di base e l’industria e individua i criteri per la creazione del campus di Grenoble Innovation for Advanced New Technologies (Giant). Nel 2008, otto partner storici decidono di allearsi per creare un campus d’innovazione tecnologica. Si contano attori provenienti dal contesto accademico, con Grenoble École de Management (Gem), l’istituto politecnico di Grenoble (Grenoble Inp), l’università Grenoble Alpes (Uga); dal versante della ricerca, il Cea, il Cnrs, e grandi équipe europee, come l’European Molecular Biology Laboratory (Embl), l’European Synchrotron Radiation Facility (Esrf) e l’Institut Laue-Langevin (Ill).

Materia grigia in pentola

«Il modello che cerchiamo di promuovere è quello del campus d’innovazione», spiega Jean-Charles Guibert, direttore del Cea-Minatec. Che aggiunge: «Su un sito relativamente piccolo, il lato misura un chilometro o due, si trova una componente istruzione, una componente ricerca accademica e applicata e, infine, una componente industriale grazie a laboratori industriali e start-up». La visita del campus Giant assomiglia a un esercizio acrobatico in cui bisogna spesso fare appello alla propria immaginazione, come alternativa all’accesso a diversi edifici, strettamente controllato. Le restrizioni sanitarie lo impongono, così come la protezione della materia grigia che bolle in questi spazi. Perché è qui che ricercatori, dottorandi, studenti e compagnie stanno esaminando le innovazioni di domani, tra cui la sfida di poter trovare soluzioni a grandi problematiche contemporanee, nei macro-ambiti delle energie rinnovabili, dell’ambiente, della sanità, dell’informazione o ancora della comunicazione. È dunque da dietro le reti e da una certa distanza dagli edifici che si passano in rassegna i prestigiosi occupanti del sito.

265 ettari di superficie.

2 400 alloggi familiari.

1 000 alloggi studenteschi.

300 000 m2 d’immobili
destinati al terziario.

230 000 m2 di edifici
destinati a laboratori.

50 000 m2 di edifici
per l’insegnamento superiore.

1 000 studenti.

6 600 m2 di commerci e servizi.

8 000 m2 di infrastrutture pubbliche.

I grenoblesi forse non lo sanno, ma hanno nella loro città – sulla penisola – uno degli edifici residenziali più interessanti dell’architettura contemporanea. Si tratta di una torre, non troppo alta, ma che ridefinisce la suddivisione degli spazi e configura un nuovo approccio alla proprietà. Nella torre Panache, eretta nel 2018, gli spazi esteriori non sono più progettati in continuità con l’alloggio, ma in dissociazione, che in più permette una ripartizione più equa tra i piani inferiori e superiori. Il principio è semplice: gli alloggi più bassi hanno un accesso prioritario alle terrazze più alte.

La torre panache si sviluppa in altezza, ma riserva gli ultimi piani anche a spazi comuni.

abc è il primo concept francese di un edificio energicamente del tutto autonomo.

Un progetto urbano ambizioso

Questo ecosistema dell’innovazione si è poi arricchito di protagonisti dell’industria e risorse urbane. Così, il campus Giant si inserisce in un vasto e ambizioso progetto che punta alla riqualificazione del resto del quartiere e che s’incarna nel progetto della penisola. L’avenue des Martyrs, che divide il quartiere in due, con il campus che si sviluppa a ovest, diventa l’arteria centrale che svolge la funzione di trait d’union tra l’ala scientifica e quella urbana, in cui sono stati creati ex nihilo nuovi spazi di vita. Nel 2009, Grenoble risponde all’appello di progetti nazionali il cui obiettivo è di far nascere un nuovo modo di concepire, costruire e organizzare la città, ottenendo l’etichetta Éco-Cité.

Il suo progetto prevede una riduzione del consumo energetico del 30%, con la creazione di una centrale a biomasse che alimenterà il riscaldamento e l’elettricità di 20 000 alloggi, tetti-terrazze verdi, recupero e utilizzo di acque piovane… Totem di questa eco-città sperimentale, l’edificio di prova Autonomous Building Citizen (Abc) ha accolto i suoi primi abitanti la primavera scorsa e punta a produrre energia in modo autosufficiente e rinnovabile. L’edificio si trova nel quartiere di Cambridge, dove ci sono alloggi e attività commerciali e immobili dall’architettura unica, come la torre Panache o l’immobile Le Soleil, organizzati in isolotti attorno a piccoli giardini. Sulla punta della penisola, nel quartiere Oxford, si sono trasferite imprese come Schneider Electric o il Crédit agricole.

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