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L’arte di Atelier Manos

Hub creativo. Galleria d’arte. Laboratorio artistico. Spazio di condivisione. Tutto questo è Atelier Manos ad Amsterdam, nato dalla passione di Jessica Barragan e Timothy Van Oorschot. Più di un semplice luogo dedicato all’arte, è un ambiente che la reinventa e la espande, come spiegano i fondatori: «Volevamo creare un palcoscenico per gli artigiani internazionali che non hanno una piattaforma ad Amsterdam o in Europa, e allo stesso tempo unire diverse culture, proprio come facciamo nella nostra vita personale». Una nuova destinazione che non è soltanto dedicata all’arte contemporanea, ma unisce esposizione, artigianato e un laboratorio dal vivo, dove i visitatori possono assistere in tempo reale al processo creativo. Uno scenario straordinario in cui ogni forma di creatività trova la sua massima espressione. «Nella ricerca di una sede, volevamo creare qualcosa di unico ad Amsterdam: un atelier vivente che si fondesse perfettamente con una galleria capace di presentare opere di design e d’arte di alto livello, provenienti da tutto il mondo. Il nostro obiettivo era riflettere il mix culturale che viviamo ogni giorno in un ambiente fisico. Una visione che ha preso vita con la nostra prima mostra, in cui abbiamo esplorato il contrasto tra la cultura sudamericana e quella olandese». Le radici spagnole di Jessica e l’approccio scultoreo e pittorico dell’olandese Timothy hanno dato vita a un concetto in cui l’arte non è solo osservata, ma vissuta. «L’intento era creare un luogo che celebrasse la fusione di diverse culture e discipline artistiche, assicurandoci che ogni visitatore si sentisse trasportato in un mondo in cui la creatività è al centro della scena», spiegano i due fondatori.

Atelier Manos

jessica barragan (spagnola) e timothy van oorschot, fondatori dell’atelier

Tra morbidi recinti

La creatività è dunque il cuore pulsante del progetto: dalla cura delle mostre alla progettazione di arredi scultorei, fino al modo in cui Atelier Manos interagisce con il pubblico, in un percorso di costante reinvenzione.  A guidare la progettazione dello spazio è stata l’idea di creare un’atmosfera intima all’interno di un ambiente maestoso di 600 mq. Strutture in tessuto bianco semitrasparente suddividono l’ambiente, formando morbidi recinti che guidano i visitatori attraverso diverse narrazioni, pur mantenendo un senso di leggerezza e apertura. «La luce naturale era un elemento essenziale per noi, e qui l’abbiamo trovata. Le grandi finestre, alte quattro metri e affacciate sull’acqua, creano un bellissimo riflesso, proiettando giochi di luce dinamici durante il giorno», raccontano Jessica e Timothy. I toni neutri permettono alle opere d’arte di respirare mentre l’estetica industriale mantiene l’attenzione focalizzata sui pezzi esposti. Lo spazio crea infatti un perfetto dialogo tra il laboratorio aperto per Timothy e l’elegante galleria per i collezionisti. Oltre alle mostre, prenderanno vita installazioni site-specific, performance sperimentali e collaborazioni interdisciplinari, abbracciando discipline che vanno dal balletto alla musica dal vivo. Grande cura viene dedicata alla selezione degli artisti, che rappresentano sia la scena locale che quella internazionale. «Cerchiamo originalità, artigianalità e impatto emotivo. La nostra attenzione si concentra su pezzi con una forte voce artistica, in linea con la nostra filosofia di fusione tra crudezza e raffinatezza. Diamo priorità alle opere che raccontano una storia, che invitano alla riflessione e che offrono un’esperienza sensoriale profonda», afferma Jessica. Attualmente, la galleria presenta le opere di Timothy, tra cui tele di grandi dimensioni e sculture che esplorano consistenza, movimento e forma. Tra queste, The Messengers, una serie di quattro dipinti imponenti, ognuno con un messaggio semplice ma potente: “Rispettarsi a vicenda”, “Amarsi a vicenda”, “Essere pazienti” e “Avere fede”. Un’altra collezione in mostra è Sogni sbiaditi, ispirata alla nostalgia poetica. L’artista-fondatore sta anche lavorando alla prossima mostra di maggio, incentrata su sculture in legno che esplorano le connessioni umane, oltre a sperimentare con opere site-specific pensate per dialogare con lo spazio della galleria. «Il mio lavoro è in equilibrio tra controllo e spontaneità. Lo chiamo Naïve Brut. Ho imparato la maggior parte di quello che so semplicemente facendo. Anche quando è su tela, rimane scultoreo, con una forte enfasi sulla texture e sui toni della terra. Non voglio che il mio lavoro sia un guscio vuoto o una semplice decorazione: deve avere un significato, uno scopo e un’anima», confida Timothy.

i dipinti di timothy van oorschot realizzati ed esposti nell’atelier manos.

Raffinatezza e imperfezione

Ma Atelier Manos non ospita solo opere d’arte: la galleria presenta anche arredi e oggetti selezionati con cura, provenienti da Messico, Uruguay, Colombia e Spagna, firmati da designer come Mark Grattan, Studio Persona, Habitación 116, Oikos Studio, Andrea Vargas Dieppa e Masquespacio, in perfetta sintonia con l’estetica dello spazio. «Non seguiamo le tendenze, ma selezioniamo opere che abbiano un valore e un significato duraturi. L’arte e il design devono creare un’esperienza: evocare emozioni, far riflettere e invitare alla conversazione. La nostra filosofia consiste nel trovare un equilibrio tra raffinatezza e imperfezione, tra il crudo e il poetico», afferma Jessica. L’ambizione? Diventare una meta in cui le persone possano non solo vedere l’arte, ma viverla. E poi, c’è il desiderio di espandersi a livello internazionale, collaborare con istituzioni e artisti per diffondere un messaggio coeso e creare progetti satelliti a Ibiza e in Messico. «Il sogno più grande è che rimanga sempre un luogo di libertà artistica e di connessione umana», concludono i fondatori.

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