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chef stellati

Shopping con lo chef, cuochi stellati che aprono bottega

Grandi chef da portare a casa, con un sacchetto pieno di prodotti griffati, acquistati direttamente in un negozio fisico: ricordate? Uno di quei posti dove si sceglie, si chiede, si paga e si porta via con l’acquolina in bocca. Certo, gli shop online sono lì a portata di mouse, ma vuoi mettere il piacere di guardare, toccare e assaggiare? Molti sono i cuochi stellati che si affidano ancora al commercio analogico, nella convinzione che avere una boutique fisica, spesso dentro lo stesso ristorante o accanto, dia prestigio e fidelizzi il cliente, oltre a contribuire al fatturato di quelle che sono vere e proprie aziende con decine di dipendenti, alla sostenibilità delle quali il solo ristorante fine dining non basta. Serve “sbigliettare” in tanti modi, mettendo a reddito la fama recata dalle stelle e dalle comparsate in Tv. E allora, che cos’è meglio di una linea di prodotti gourmet accessibili a un pubblico più ampio e in grado di divulgare un certo tipo di ricerca alimentare anche grazie al faccione dello chef? Uno di quelli che più hanno puntato sulla vendita fisica (il “banco”) è Antonino Cannavacciuolo, che ha creato un format, Antonino, con due sedi in provincia di Novara: a Orta San Giulio, (dove si trova il suo tristellato Villa Crespi) e nella piazza principale di Vicolungo – The Style Outlets, in cui assaggiare lo street food campano prodotto nel laboratorio artigianale di Suno (sempre nel Novarese) e acquistare i prodotti firmati dalla star di Masterchef e Cucine da Incubo: il babà classico o al limoncello, le tre creme spalmabili (nocciola e cacao, pistacchio e lampone), i biscotti, i plumcake, le passate di pomodoro, le sardine, la bottarga di muggine, il tonno, il riso, il limoncello, un set di vini e spumanti, panettoni e le colombe. Prodotti in vendita anche nei caffè dei bistrot di Novara (chef Vincenzo Manicone) e Torino (chef Emin Haziri), entrambi con stella Michelin.

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alt – stazione del gusto, lungo la statale 17 abruzzese, è un luogo di sosta, ma anche di buoni sapori firmati niko romito

Nell’impero gastronomico della famiglia Cerea – quella che ha la sua scatola nera a Brusaporto, in provincia di Bergamo, nel tristellato Da Vittorio – tra ristoranti, bistrot, bar e un catering che lavora come una macchina da guerra, non poteva mancare una linea di prodotti ad hoc: lievitati, dolci stagionali, confetture, conserve, cioccolato, insaccati di altissima qualità (c’è anche il Pata Negra a 1 120 euro per otto chili di peso), formaggi, pasta, sughi, tè, scatolame dolce e salato, perfino alcuni gadget come il bavaglino che i clienti del ristorante sono incoraggiati a indossare per proteggere camicie e cravatte dal sugo dei mitologici paccheri alla Vittorio, fare un po’ di scena e dare alla cena un tocco goliardicamente familiare. I prodotti sono acquistabili nei due negozi Da Vittorio Selection ad Albano Sant’Alessandro (in via Tonale, 93) e a Milano (in corso Matteotti, 7) e nella pasticceria Cavour 1880 a Bergamo Alta (via Gombito, 7). Restiamo a nord ma spostiamoci a est, a Sarmeola di Rubano, in provincia di Padova, dove si trova il cuore del sistema Alajmo, che fa capo allo chef Massimiliano e al fratello maître des lieux Raffaele. Anche in questo caso, un ristorante tristellato (le Calandre) diventa il motore che spinge una serie di altri locali tradizionali (come il Quadri, a Venezia, dove trovano spazio anche il Grancaffè Quadri e il Quadrino) o più innovativi (il Calandrino, sempre a Sarmeola di Rubano, Amor e Le Cementine nell’incubatore H-Farm nei pressi di Treviso). I prodotti con il marchio Alajmo (pasta, sali, pepi, olio, vini, ventresca di tonno, insaccati, caviale fresco, cotechino in scatola alle spezie o al tartufo, conserve, biscotti, snack, torte, succhi di frutta, sottoli, caffè) sono disponibili nel negozio In.gredienti – La Dispensa Alajmo, in via Liguria, 2, a due passi dalle Calandre. Viene quasi prima il negozio del ristorante nel caso di Damini Macelleria e Affini, in via Cadorna, 31 ad Arzignano, nel Vicentino, caso unico di una rivendita di carne che prende una stella Michelin. Ciò accade perché i due fratelli Gian Pietro e Giorgio Damini – il primo macellaio, il secondo chef – a un certo punto della loro vita hanno deciso di mettere assieme i rispettivi talenti. Naturalmente, la cucina di Giorgio ha nella carne il suo must to eat, con carne cruda in diverse frollature, carpacci, pappardelle alla lepre, cotoletta alla milanese alla Giorgio, animella, faraona e il fantastico Damburger. Le materie prime sono acquistabili nel vicino negozio gestito da Gian Pietro, con tagli di razze bovine selezionate da piccoli allevatori sostenibili che vanno dalla Limousine alla Garonnaise, dall’Aubrac alla Charolaise, dalla Rubia Gallega alla Wagyu. Gli appassionati possono acquistare anche una lezione su come trattare la carne, tenuta dallo stesso Gian Pietro, con successiva degustazione di grandi classici della macelleria. E poi c’è la bottega Da Noi, dove si vendono prodotti di alta qualità, pani, paste, salumi e oltre 1 000 etichette di vino.

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“i banchi” a ragusa ibla, in sicilia.

il panettone confezionato nel laboratorio artigianale di antonino cannavacciuolo.

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il negozio “in.gredienti – la dispensa” alajmo a sarmeola, in provincia di padova

Più modesto il progetto di merchandising di Daniel Canzian, chef dell’omonimo ristorante milanese in via Castelfidardo angolo via San Marco, quartiere Brera, dove è possibile acquistare – quando è stagione – i panettoni realizzati da Albertengo in collaborazione con lo stesso chef veneto (il Mio con la pasta di arance arrosto nell’impasto, il morbidissimo Massabon e quello classico). Si possono portar via anche la pagnotta integrale con farina di segale e il pane sfogliato. Scendiamo lungo l’Italia e fermiamoci a Roma per una visita da Roscioli, una salumeria con cucina nel popolare rione di Campo de’ Fiori (via dei Giubbonari, 21). Un luogo di culto, dove a pranzo e a cena, davanti alla vetrina piena di prelibatezze irresistibili, ci si stipa in tavolini per assaggiare una delle più celebri carbonare della Capitale (ma qualcuno sostiente che la gricia sia assai meglio) e piatti di carne e pesce, oltre naturalmente a numerose proposte da banco, a partire da una selezione di acciughe forse unica in Italia. Da bere, vini pescati dagli scaffali e buoni cocktail.

Niko Romito è un altro pioniere del merchandising goloso. A Castel di Sangro (L’Aquila), dove ha sede il suo tristellato Reale, uno dei luoghi dove letteralmente “si progetta” la nuova cucina italiana, da qualche anno si è inventato Alt, una “stazione del gusto” che è il frutto di un progetto condiviso tra l’Accademia Niko Romito e l’Eni, dislocata sulla statale 17 al km 150,3: si tratta di un luogo di ristoro in cui mangiare o portar via piatti semplici con qualità Romito (la Bomba salata o il magnifico pollo arrosto) oppure acquistare pane, biscotti, dolci. Il successo del format ha portato a nuove aperture a Montesilvano, (sempre in Abruzzo, provincia di Pescara), a Roma e a Milano, in via Solferino. Infine, un salto in Sicilia. Gli chef Pino Cuttaia e Ciccio Sultano, espressioni delle due anime della cucina del territorio – più di pensiero e di memoria quella del primo, esuberante e quasi gattopardesca quella del secondo –, hanno ciascuno un negozio. Cuttaia, a Licata, ha aperto anni fa Uovodiseppia, un po’ bottega un po’ laboratorio, dove ogni giorno della settimana è dedicato a un diverso piatto della tradizione, dall’arancina alla pasta ripiena, dai dolci ai sughi. Sultano, invece, ha scelto di puntare soprattutto sui prodotti da forno, e a I Banchi (a Ragusa Ibla) vende pane, dolci e specialità da drogheria di alto livello, per accontentare i gourmet giunti in questo angolo di Sicilia per mangiare alla sua opulenta tavola e tornare a casa con un goloso souvenir. 

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