The Good Life Italia

george simenon

Viva il festival di George Simenon

Non parlassimo di letteratura ma di cose un po’ più concrete – l’economia e i risparmi, diciamo – potremmo sostenere che George Simenon è come un’obbligazione capace di “staccare” cedole molto, molto appetitose. Interessi costanti e consistenti, insomma, che ti appagano a dovere. «I francesi direbbero che è un “valeur sûre”, un valore assicurato, insomma una garanzia», ci racconta Ena Marchi, la storica editor che, dell’opera del gigante belga, cura l’edizione italiana: «Lo frequento da 32 anni», scherza al telefono, ovvero dal 1990, quando Marchi approdò alla Adelphi. La casa editrice di Roberto Calasso aveva iniziato a pubblicare con grande successo i “romanzi duri” (ovvero tutta la vasta produzione non poliziesca di Simenon) pochi anni prima, nel 1985, riuscendo lì dove la Mondadori (a cui si deve l’arrivo in Italia dei “gialli” del commissario Maigret) aveva fallito: intuendone il valore letterario, aveva provato a farli conoscere fin dagli Anni 30, questi libri, ma senza riuscirci. «Dal ventennio fascista al neorealismo fino alle sperimentazioni del Gruppo 63, il clima non era mai stato favorevole alla narrativa pura di Simenon», riassume Marchi, «e dalla seconda metà degli Anni 60 la fama dello sceneggiato Rai dedicato alle inchieste di Maigret schiacciò ancora di più la figura di Simenon su quella del suo famoso personaggio». Ci volle l’intuito di Roberto Calasso perché le cose cambiassero. «Quando Mondadori getta la spugna, lui scende in campo con l’intenzione di fare di Simenon un grande scrittore popolare. E così avvenne. È cambiato il contesto, sono gli Anni 80, si avverte il bisogno di altre storie e nuove narrazioni. Nel 1985 escono Lettera a mia madre Le finestre di fronte e da quel momento è un successo continuo. Pensiamo alle 100mila copie raggiunte da Camera a Manhattan, numeri che colpiscono anche all’estero. Ho fatto un conto», continua appassionata Marchi, «e alla fine del 2023 arriveremo a 170 titoli di Simenon da noi pubblicati. Mi capita di ricevere mail in cui lettori preoccupati scrivono: “È da sei mesi che non esce un suo libro, che succede?”. Quando finiamo una nuova traduzione, le mie collaboratrici che lavorano all’editing mi guardano e dicono: “Certo che è proprio bravo…”». Per il futuro c’è da stare tranquilli, ci rassicura Ena Marchi, perché le storie pronte a rivedere la luce non mancano. Nel frattempo, per tutta la comunità internazionale di “fans”, ecco arrivare “Le Printemps Simenon”, festival che la sua città natale, Liegi, organizza in occasione dei 120 anni dalla nascita del romanziere in lingua francese più venduto, tradotto e adattato del Ventesimo secolo. Quattro giorni, dall’8 all’11 marzo, per celebrarne l’opera attraverso mostre, incontri letterari, proiezioni cinematografiche, conferenze e una passeggiata tematica (il Parcours Simenon, sui luoghi della sua giovinezza, con app e un’esperienza di realtà aumentata). L’iniziativa, in collaborazione con la municipalità, è di John Simenon (il figlio) attraverso la sua società Simenon.tm in collaborazione con l’Università di Liegi. Tra i tanti appuntamenti, la mostra di illustrazioni Simenon, dal romanzo hard al fumetto e gli incontri con Mathieu Amalric, regista e protagonista nel 2014 de La camera azzurra (trasposizione dell’omonimo romanzo), che offrirà una selezione personale di film basati sulle opere di Simenon, scomparso nel 1989.

Follow us

Iscriviti alla nostra Newsletter