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Back to the roots, classica o sportiva, torna l’eleganza antica

La reinterpretazione del classico non ha più i tratti modaioli del vintage di stampo hipster, ma in questo 2023 recupera una vocazione precettiva, una fusione felice fra forma, funzione e fruizione, quella misura aurea che l’ostentazione di inizio millennio aveva pervertito. Benché il guizzo innovatore sia qualità congenita e quindi ravvisabile anche in marchi nati da poco, il saper fare, la signorilità e l’epopea si ereditano e necessitano di un lungo percorso per sedimentarsi nell’immaginario. Ecco perché non ci si può improvvisare Cartier. Ciò che ne fa maison par excellence non è la sola maestria manifatturiera né il naturale genio iconoclasta, ma la tenace tensione fra i due ambiti, che ha generato l’icona di stile. Persino dai cingoli di un carro armato Renault Ft fu capace di ricavare armonia e se nel 1917 Louis Cartier disegnava il primo Tank per pacificare l’orrore della Grande Guerra, il Tank Normale torna in una contemporaneità ancora assurdamente popolata di veicoli da combattimento che feriscono l’Europa. Parte dell’esclusiva collezione Privé, il Normale è un omaggio filologicamente accurato al capostipite, negli spigoli come nelle trasparenze del vetro smussato. Presentato in sette referenze, anche scheletrate (con calibro 9628 Mc), trova l’apice dello sfarzo nella versione in oro giallo con bracciale e della classe in quella platino con cinturino in alligatore nero. La cassa da 32,5 x 25,7 x 6,85 mm – con la corona di carica impreziosita dal caratteristico zaffiro montato a cabochon – prende le misure alla prammatica dei dress watch, mentre il piccolo calibro 070, a carica manuale, permette di alimentare i “cingoli” del tempo con continuità, vista una riserva di marcia di sole 38 ore. Dall’eleganza del classico, viriamo ora verso la sua sportività, che quest’anno ha calato quattro assi importanti.

il tag heuer carrera chronograph tourbillon, capofila dei nuovi carrera glassbox

l’ambassador ryan gosling

 Partiamo da Iwc, che ha rinnovato l’Ingenieur Sl del 1976 di Gérald Genta senza stravolgerne i codici. In realtà, il modello nasce oltre 20 anni prima, nel 1954, come avanguardia fra gli orologi antimagnetici con cassa interna in ferro dolce, ma è con Genta che raggiunge la fama. A tal proposito, vorrei evitare i tradizionali salamelecchi nei confronti del Maestro, poiché il suo Iwc, pur apprezzabile, non mi ha mai entusiasmato per effetto al polso. Trovo invece risolto il nuovo Ingenieur, che unisce alla possanza discreta di una cassa da 40 mm, la bella citazione della lunetta rotonda fissata da cinque viti poligonali che ben si raccorda alla carrure e al sontuoso bracciale integrato, dalle splendide finiture manuali, senza dare l’impressione che il quadrante anneghi nel metallo. Anche le spallette proteggi corona, che hanno fatto storcere il naso ai nostalgici del progenitore, in realtà ne corroborano tanto l’impatto visivo quanto l’utilizzo. Convincente è infine il movimento automatico, calibro 32111 di manifattura Iwc. In derapata controllata dai nastri d’asfalto arrivano invece due leggende della meccanica sportiva: Rolex Daytona e Tag Heuer Carrera. Il primo resta il cronografo più desiderato e si rinnova nel bilanciamento grafico, trovando nuova centratura grazie a visualizzazioni ridisegnate. Anche il profilo della cassa è stato foggiato diversamente, con una carrure più sinuosa e capace di catturare la luce con riflessi inediti. Il più bello dell’anno, a mio giudizio, è tuttavia il Daytona celebrativo del centenario della 24 Ore di Le Mans, vinta quest’anno dalle Ferrari 499P della scuderia di Amato Ferrari, in oro bianco con lunetta Cerachrom nera. Il quadrante nero dai contatori bianchi con il numero 100 in rosso sulla scala tachimetrica ne fanno un instant classic e un nuovo totem dei sognatori coronati.

Daytona race

il nuovo rolex daytona, qui nella versione dedicata ai 100 anni della 24 ore di le mans.

Il calibro 4132, certificato cronometro superlativo, garantisce prestazioni degne del Daytona Speedway come del Circuit de la Sarthe. Nel 2023 festeggia 60 anni il cronografo Carrera firmato da Jack Heuer, che Tag Heuer rilancia quest’anno nella riuscita collezione Glassbox. I due cronografi “semplici” sono accomunati da una bella cassa da 39 mm, misura aurea per la cronografia sportiva, mentre ciascuna referenza ha una personalità definita. Se la versione Reverse Panda richiama il Dato 12 Ref. 3147 e palpita di suggestioni Anni 60, quella con quadrante blu e data al sei viaggia ormai sulla pelle di Ryan Gosling anche quando lo si guarda da solo, tale è la consonanza di stili fra orologio e ambasciatore, e trasuda Seventies. Se i due pezzi di cui sopra si limitano a rievocare con brio la referenza originale 2447, aumentandone le performance grazie al calibro cronografico di manifattura Th20-00, il crono tourbillon supera in accelerazione i rivali sulla spinta dell’alta orologeria, incastonando una tradizionale gabbia rotante al sei senza far perdere al Carrera la propria aggressività racing. Il calibro Th20-09 certificato Cosc è incassato in una cassa maggiorata a 42 mm, mentre il prezzo di “soli” 23 000 € lo posizionano in prima fila sulla griglia di partenza della categoria tourbillon.

il cartier tank, riedizione del primo, storico tank del 1917 ideato da louis cartier.

il breguet type xx torna a volare con ispirazione militare e civile

Chiudiamo con un esemplare presentato poche settimane fa, ma che vola alto da circa 70 anni: il Breguet Type Xx. Commissionato dall’Aeronautica militare francese già nel 1954, ma in seguito scelto anche dal Centre d’Essais en Vol, dall’Aeronautica navale e dai più grandi aviatori civili dell’epoca, il Type Xx è una leggenda fra i pilot watch. Oggi torna con due referenze che rendono onore al prestigio del marchio e alle imprese del modello. Il Chronograph 2057 s’ispira ai 1100 esemplari consegnati a l’Armée de l’Air fra il 1955 e il 1959, con la dicitura Type 20 in numeri arabi, mentre il Type Xx Chronograph 2067 ne è la declinazione civile e richiama un modello del 1957 con numero individuale 2988. Hanno entrambi cassa da 42 mm in acciaio, funzione flyback, data, e montano il nuovo calibro automatico 728 (7281 per la versione militare), che ha richiesto quattro anni di sviluppo, ma che è oggi uno fra i massimi esempi di fusione fra cronografia, cronometria e decorazione micromeccanica.

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