La movida dolce di Atene
Atene di notte è un mantello nero trafitto di luci gialle. Camminare tra i marciapiedi dissestati è un azzardo. Le finestre delle case liberty abbandonate, bocche di corifei dolenti, si alternano a sciatti palazzi in cemento armato. I banchi deserti del mercato lasciano nell’aria spessa un sentore di spezie. Poi nel silenzio si percepisce un movimento, una vibrazione all’inizio impercettibile del tessuto della notte. Avvicinandosi il brusio si alza, diventa chiacchiericcio, musica e risate: svoltato un angolo ci si trova catapultati nella esaltante scena dei cocktail bar ateniesi.
Psyri, da Byron al Negroni
Quartiere un tempo malfamato a nord del Partenone, dove Lord Byron soggiornò e scrisse Maid of Athens, ere we part (abbandono, in rima baciata, dell’ennesima conquista), Psyri è oggi una mecca del buon bere, una sorta di Disneyland dello shaker aperta sette su sette, un quadrilatero in cui in pochissimi chilometri si concentrano alcuni dei migliori cocktail bar del mondo. Tre dei 50 Best e dieci dei primi 500 si trovano nella Capitale greca. Quasi tutti disseminati in una manciata di vie. È una scena nata dal nulla una decina d’anni fa e che oggi vanta due eventi internazionali (la Cocktail Week a giugno e il Bar Show a novembre) ed è diventata attrazione turistica per tanti viaggiatori più interessati a drink, aromatiche e distillati che a siti archeologici e souvenir chiassosi.
la vermuteria odori, di ispirazione italiana: pizze da non perdere e cocktail.
tequila e mezcal? ecco il barro negro
Couleur, consigliato anche per la cena.
Gli imperdibili
Iniziamo la nostra esplorazione da un posticino accogliente dove ci si sente a casa, Baba au Rum. Aperto nel 2009 da Thanos Prunarus, capostipite del manipolo di bartender visionari che decisero di alzare l’asticella nel Paese dell’ouzo e della metaxa, è il posto giusto per sorseggiare ottimi cocktail a base di rum scelti da una lista ispirata alla grafica Bauhaus e ai poeti francesi: al bancone, ai tavolini esterni sistemati in una piazzetta alberata o mollemente seduti nel salottino buono, davanti alla postazione del deejay. L’altro grande protagonista delle notti ateniesi si trova in un palazzetto neoclassico che ci riporterebbe all’epoca di Byron, se non fosse per le luci rosse e la folla di giovani ateniesi chic che staziona regolarmente sul marciapiede di fronte. The Clumsies, aperto dal vulcanico Vasilis Kyritsis e da Nikos Bakoulis, è il bar che ha fatto la differenza. Tra i 20 migliori al mondo, è la tappa imperdibile. Ci installiamo a un tavolino nella penombra sorseggiando un Aegean Negroni del colore d’una baia di Koufonissi e dagli aromi di macchia mediterranea evocati da semi di finocchio, dittamo, anice e foglia di cappero: presenza fissa in lista da quando nel 2019 Time Out lo nominò miglior cocktail del mondo. Se la fame attanaglia, meglio dirigersi al più tranquillo Odori Vermuteria che, oltre alla vasta selezione di vermouth (italiani, greci, francesi) propone ottime pizze. Il barman Panos, una passione per l’Italia, non lesinerà consigli su dove andare a mangiare bene o bere un buon caffè.
Un bancone sotto un portico e una scritta al neon individuano lo spartano The Bar in Front of the Bar, che cela l’entrata dell’inevitabile speakeasy, Rumble in the Jungle (il riferimento è allo storico match tra Muhammad Ali e George Foreman e forse anche alla difficoltà di trovare un posto al bancone nel minuscolo locale). Se invece tequila e mezcal sono il vostro, l’indirizzo, emergente, è Barro Negro, piccolo bar lungo e stretto con una scaffalatura dietro il banco che si spinge ad altezze vertiginose e pare più la Biblioteca di Babele che una bottiglieria. Nella penombra, la barlady Ioanna Papafili traccia nell’aria con dei guanti luminosi linee cinetiche da danzatrice classica e ci porge un Los Abuelos, dove mezcal e tequila si sposano a olio d’oliva, lime, finocchio e liquore alle erbe. Da Noel, bar con libreria e bistrò in un passage nella zona più parigina di Psyri, si va anche perché è bello, con arredi vintage e a tema che cambiano continuamente. In questa pletora di stili e approcci diversi l’unica cifra comune sembra essere l’utilizzo di ingredienti greci, a partir dalla mastiha e alcuni distillati e grappe locali ma anche erbe e aromi che sanno di macchia mediterranea e scogli battuti dal vento. Occorrerà invece spostarsi da Psyri per raggiungere quello che è considerato il bar più innovativo e sperimentale di Atene: Line, in un edifico industriale, è specializzato in fermentazioni con un approccio zero waste. I cocktail classici sono rivisitati con fermenti autoprodotti creati nel laboratorio interno, visitabile e dotato di uno “chef’s table”.
line ha aperto in una ex galleria d’arte: “seguiamo una filosofia anarchica”, dicono.
the rumble in the jungle prende il nome dal incontro di boxe del 1974.
E l’Acropoli? I bar con vista
Va bene, ma l’Antica Grecia, patria della democrazia, della filosofia e delle parole difficili? Non è possibile evitarla perché il Partenone illuminato domina la notte da ogni scorcio di strada. Per avere la sensazione di sfiorarlo con il proprio tumbler bisogna salire sui tetti. Da A for Athens, 360 e Couleur Locale si beve bene, con meno sperimentazione e cura ma con una vista sull’Acropoli che ripagherà anche il più sdegnoso cultore del bere miscelato.
Street art street drink
Atene non è una città per tutti. Certo, c’è chi si accontenta di visitare il Partenone e il nuovo, dottissimo museo archeologico e poi via verso isole dal mar di cristallo. Ma oggi quella città stropicciata e segnata dalla spaventosa crisi finanziaria del 2008, che l’ha portata sulla soglia dell’espulsione dalla Ue, minaccia scongiurata a prezzo di lacrime e sangue, si sta rialzando come una Grande Dame segnata dalla vita ma dall’animo fiero. E lo fa a modo suo, senza troppe strategie di marketing. I palazzi anonimi sono stati trasformati dai graffiti che coprono interi quartieri, treni della metro e muri desolati. Perché come dicono da Urban Art, collettivo che dal 1998 promuove la realizzazione di progetti di arte pubblica, la street art e il muralismo rappresentano «una ragione che spinge le persone a uscire nelle strade, riunirsi, parlare, guardare, mettere colore e fantasia nelle loro vite». Ecco, è questo oggi l’aspetto più bello di Atene: la voglia di incontrarsi, far festa, vivere la notte; che a Psyri è tenera, nonostante tutto.