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Castel Elvira una vacanza d’artista

C’era una volta un castello: le favole cominciano sempre così. E quella di Castle Elvira (castleelvira.com), una manciata di chilometri a nord-ovest di Lecce, non fa eccezione, anzi conferma che il lieto fine è sempre possibile. Possono volerci anni, però: decenni, talvolta secoli. E la determinazione lungimirante e visionaria di chi sa trasformare la favola in realtà e intravedere, tra le vestigia abbandonate di un luogo dimenticato, l’opportunità di ricreare un piccolo grande regno. Nel nome dell’amore o, meglio, degli amori: quello dei suoi proprietari, innanzitutto, i britannici Steven Riseley, imprenditore con un background in design and project management, e l’artista multimediale Harvey B-Brown (regista, art director, scenografo, musicista), che in Puglia hanno trovato spazio e dimora, quello per un angolo di Salento defilato, lontano dai “covi” glam a sud della città barocca dei lecci, e quello per la memoria, smarrita tra rovi e rovine, della giovane Elvira, prima e sfortunata destinataria di una residenza fastosa e peculiare, costruita a misura dei suoi sogni prematuramente infranti. Secondo la leggenda, infatti, il castello fu voluto da due facoltosi genitori napoletani per l’unica figlia, Elvira appunto, e costruito a fine Ottocento come regalo di buona villeggiatura e buona vita sul modello di un’altra residenza speciale, quella di Eduardo Scarpetta, capostipite della dinastia teatrale degli Scarpetta-De Filippo e padre del celebre Eduardo De Filippo. Una copia insomma, immersa in oltre trentasette acri di uliveti e agrumeti di terra salentina nel comune di Trepuzzi realizzata per amore e con amore e disertata per dolore e con dolore dopo la tragica morte della ragazza, avvelenatasi con alcuni funghi trovati e raccolti proprio nel suo giardino. Oggi quel giardino, anzi quel parco, è tornato a fiorire, le mura a rilucere nel sole, le stanze ad aprirsi. E che stanze: quattro suite deluxe nel castello e due nel cottage del guardiano, due saloni, due sale da pranzo, due lounge, un piano bar, addirittura un cinema e una sala business, e un terrazzo con vista – mozzafiato – sulla proprietà, il suo stagno ornamentale, la maxi piscina di 70 m e, la Jacuzzi 12 posti, i viali che si intrecciano sul crinale di Sant’Elia, là dove sorge la Torre di Elvira (altre quattro stanze con giardini privati e una piscina coperta) e, a poca distanza, l’omonimo monastero.

Castel Elvira

il private salon tra le guest suites

ristorante del castello

E poi i pavimenti originali, i decori e gli affreschi alle pareti, collezioni di arte e di design, il meglio della tecnologia, e un ristorante che propone cucina povera. salentina. Castle Elvira, all’inglese, non è l’ennesimo, esclusivo, luxury retreat in Puglia, voluto da stranieri per altri stranieri. Qui, Riseley e Brown ci hanno messo il cuore e la volontà di far battere i palpiti di una seconda vita dentro e fuori dal castello, quasi un rinascimento che sconfina nel territorio di Trepuzzi, dove il sindaco Giuseppe Taurino conduce da anni una formidabile battaglia a difesa dell’identità geografica, storica e culturale del comune e dei suoi dintorni, meritevoli di più di una deviazione e di attenzione, anche da parte della stessa Regione Puglia: «Abbiamo investito su una zona e una struttura trascurate, secondo noi a torto, dagli italiani: un luogo che sarebbe rimasto celato nell’entroterra della Valle della Cupa e di cui si sarebbero smarriti il senso e il ricordo, dicono i proprietari». Il castello è nato come atto d’amore, quello stesso amore che ci ha condotto qui e che vorremmo sperimentassero tutti i nostri ospiti. «È una capsula del tempo senza tempo», aggiunge Brown, che ha lavorato, tra gli altri, con personaggi della scena musicale come Cher, George Michael, Bryan Ferry, Scissors Sisters, Bananarama… In questa capsula, che è anche una galleria d’arte dove ogni opera è in vendita, c’è anche il suo atelier. Un atelier dove nulla va perduto, semmai recuperato in forme e usi inediti e in particolare nei metaritratti foto-sceno-grafici in 3D che Brown realizza in collaborazione con l’artista David Scheinmann (adoredandadorned. co.uk).

Castle Elvira - Interiors & Lifestyle - March 2022

un particolare della lounge

Castle Elvira

harvey b-brown nell’Atelier

Castle Elvira
Castle Elvira

I “poertrait” – ovvero portait, ritratti, con la poesia dentro – sono l’occasione per un’esperienza unica, tra le pareti d’antan del castello: un soggiorno e insieme una sessione di posa con gli artisti, per ritrovare se stessi e contemporaneamente ritrovarsi immortalati in un’opera senza eguali. «Un tentativo di vivere il momento e renderlo eterno», spiega il regista, londinese, ma di origine sudafricana. Un po’ com’è Castle Elvira, nato nel passato e rinato nel presente, dove vivere un’esperienza per sempre. «I castelli mi hanno attratto sin da bambino », confessa ancora, «e ora eccomi qui, ad aprire le porte del mio, dove sono già transitati artisti, registi, attori, addirittura la band pop rock Bananarama che vi ha girato l’ultimo video soltanto qualche mese fa». «Non volevamo un nuovo castello», però, specifica Riseley: «Volevamo il castello originale, con tutta la sua storia e la sua magia, o meglio la magia che nasce dal nostro restauro – durato oltre tre anni, per nulla facile – e quella che già si respirava in queste stanze in rovina ». La struttura, oltre che per singole camere, può essere affittata intera per una vacanza o un evento (ma anche un business meeting), ed è collegata a una rete di servizi ed escursioni nel territorio, per esplorazioni enogastronomiche e culturali. A Trepuzzi, ogni anno, c’è Bande a Sud, manifestazione che rilancia la tradizione delle bande di strada e soundscape; a Cerrate, gestita dal Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano), la millenaria abbazia di Santa Maria, tra i migliori esempi di barocco salentino (l’ha visitata anche Madonna); poi le masserie produttive. E infine il mare. Sullo sfondo. Lo stesso che guardava Elvira.

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