TripsSeul e il quartiere Seongsu-dong: storia di una rinascita

Seul e il quartiere Seongsu-dong: storia di una rinascita

Si tratta di un segreto ancora relativamente ben custodito. A Seul, capitale tentacolare in piena espansione, il quartiere di Seongsu-dong, a est delimitato dal fiume Han, è ancora preservato dal tumulto turistico. Uscendo dalla metropolitana, si è catturati da un paesaggio urbano d’altri tempi, in contrasto con l’ipermodernità del resto della capitale. Avventurandosi, si scopre un dedalo di viuzze in cui immense fabbriche in mattoni si alternano a piccoli negozi e officine dalle insegne colorate e molto fotogeniche. Seongsu-dong possiede ancora un aspetto autentico che accende la curiosità e fa venir voglia di esplorarlo.

La storia di Seongsu-dong, quartiere di Seul

La storia di questo quartiere, godibile come un programma televisivo, si legge nelle sue vie. Seongsu-dong ha giocato un ruolo importante nello sviluppo economico nazionale del XX secolo. Le immense fabbriche risalgono all’epoca della colonizzazione giapponese e servivano a stoccare le derrate agricole prima che venissero spedite attraverso il fiume Han. All’inizio degli Anni 60, il quartiere si è industrializzato accogliendo una pletora di piccole officine siderurgiche, tipografie e soprattutto calzolai. Questi, che tradizionalmente si trovavano nel quartiere di Myeong-dong, a nord, si sono trasferiti in massa negli Anni 90, a fronte dell’aumento degli affitti.

Il quartiere di Seongsu-dong conosce così una ripresa delle attività e diventa sinonimo di un artigianato minuzioso e qualificato. La sua fortuna, però, non dura. In confronto a un’industria della scarpa che si struttura rapidamente, attirata da mercati fiorenti, gli artigiani calzolai di Seongsu-dong non hanno abbastanza peso. I laboratori chiudono uno dopo l’altro. I più resistenti lavorano in subappalto per le imprese più grandi e vivacchiano soltanto grazie all’eccellenza artigiana.

Affreschi artistici, vecchi negozi e caffè modaioli

A partire dal 2010, un nuovo vento soffia su Seongsu-dong. I muri si ricoprono di affreschi artistici e curati, i vecchi negozi vengono riconvertiti e i caffè modaioli si moltiplicano silenziosamente. Nuovi occupanti colonizzano i luoghi. Sono giovani, creativi ed esercitano i loro talenti negli ambiti del design, della moda e anche della gastronomia. Come i loro antenati, sono stati attirati da affitti abbordabili e dalla disponibilità di grandi spazi dismessi che gli offrono un nuovo terreno di gioco. Avidi di libertà, d’indipendenza e di sperimentazione, questi imprenditori ispirati immaginano luoghi plurali e trasversali. Bisogna entrare in queste vecchie fabbriche abbandonate per avvertire la metamorfosi in atto. Gli spazi di lavoro s’improvvisano in luoghi espositivi e conviviali, abbattendo le frontiere e reinventando gioiosamente un microcosmo denso e diversificato.

La Daelim Warehouse ospita non soltanto un caffè, ma anche una galleria, Column, che ogni due mesi espone il lavoro di un giovane artista coreano. Zagmachi, oltre a proporre un caffè dal gusto impeccabile, dispone di uno spazio consacrato alle luci, a metà strada tra il laboratorio concettuale e lo showroom. Il settore della scarpa rinasce dunque dalle ceneri, grazie all’iniziativa di marchi audaci e indipendenti dalla forte impronta d’avanguardia, come Reike Nen, Yuul Yie o anche Flat Apartment. Dal lato del bosco di Seul, non lontano dalla stazione Ttukseom, l’arredo urbano diventa più residenziale, senza perdere il suo fascino. Si lascia lo stile industriale, ma si continua a scovare iniziative innovative e sociali. È qui che si sono insediate numerose organizzazioni non governative, incubatori di start-up e fondi di investimento a carattere sociale, così come giovani marchi di punta e sensibili agli aspetti etici.

Ultima consacrazione: nel quartiere di Seul è stata ambientata una serie Netflix

È al momento del pranzo che si vede il quartiere riempirsi di una folla eterogenea che invade caoticamente i caffè alla moda e i ristoranti più tradizionali. Allora ci si convince della vitalità di Seongsu-dong. Una decina di anni dopo la sua rinascita, il quartiere è riuscito a entrare nell’immaginario collettivo diventando il simbolo di una giovinezza creativa, dallo spirito aperto e ispirato. Ultima consacrazione, è stato scelto come ambientazione della serie coreana Lovestruck in the City, prodotta da Netflix e uscita l’inverno scorso.

Vi si ritrovano i suoi luoghi emblematici e i personaggi che incarnano lo spirito del quartiere. Sono professionisti sulla trentina, architetti, free lance che lavorano nel marketing o scrittori, e sono impegnati a portare avanti la vita, gli amori e le amicizie come meglio credono. La serie segue il corso delle vicende di questi giovani adulti in maniera realista e Seongsu-dong, in opposizione al resto della capitale sud-coreana, frenetica e impersonale, offre uno scorcio di quiete, indipendenza e libertà. Una bella occasione di scoprire il quartiere… anche a distanza. 

1. Daelim Warehouse

Riconoscibile dalla sua grande facciata in mattoni rossi, questo edificio industriale costituisce da solo il simbolo del rinnovamento
del quartiere. L’interno, immenso
e adibito a spazio polifunzionale, funge da ufficio della galleria espositiva, da caffè e da ristorante.
Negli Anni 70 qui si trattava il riso, poi gli spazi sono stati lasciati
a loro stessi, fino a che un imprenditore con gusto ha
deciso di riqualificarlo come
spazio trasversale. 

78 Seongsu-ro,
Seongsu 2 ga 1 dong
Tel. +82 2 449 9669

2. Grandma’s Recipe

Un po’ in disparte in una zona residenziale, questo ristorante propone, come indica il suo nome, una cucina tradizionale coreana, semplice e saporita, servita in una sala minimalista e spaziosa, dalla quale si può vedere la cucina e le “nonne” attivarsi ai fornelli. Zuppe alla coda di manzo, verdure fermentate, assortimento di germogli, riso ai fagioli… il menu è stagionale e, a fianco di ciascun piatto, sono indicate le proprietà di ciascun ingrediente utilizzato.  

15-1, Seoulsup 6 gil,
Seongdong-gu
Tel. +82 2 467 5101

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