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paesaggi invernali

Paesaggi invernali e atmosfere fuori dal tempo per un buen retiro. 

Nel Mediterraneo e nell’Atlantico ci sono isole che sembrano pezzi di altri mondi caduti sul nostro Pianeta. Più che luoghi, stati dell’anima (non a caso, in molte ci hanno girato dei film). Durante la bella stagione, cadono spesso vittime dell’overtourism. Andarci d’inverno dà la possibilità di godere – al massimo della solitudine possibile – di paesaggi invernali straordinari tra deserti, vulcani, sculture di roccia, misteriosi siti archeologici, distese di ghiaccio e aurore boreali. Partiamo del nostro Paese.

Vulcano, Italia

“La guerra dei vulcani”, l’hanno chiamata i rotocalchi dell’epoca, leccandosi i baffi. Anno Domini 1949, esterno giorno. Nell’arcipelago siciliano delle Eolie, si combatte una battaglia a suon di “Ciak si gira!” tra Roberto Rossellini, che sta filmando Stromboli (Terra di Dio) con Ingrid Bergman, e William Dieterle, impegnato nelle riprese di Vulcano con Anna Magnani. Roberto ha appena mollato malamente Anna per Ingrid e adesso stanno tutti lì, tra le fumarole eoliane alla deriva dalla Sicilia. La guerra di celluloide non l’avrebbe  vinta nessuno, entrambe le pellicole sono state un flop al botteghino; quella di mete gettonatissime dell’estate italiana, si riaccende ogni estate. Per visitarle in una settimana off season c’è il trekking Capodanno alle Eolie organizzato da Le Isole d’Italia (leisoleditalia.com). Un’intera giornata è dedicata a Vulcano con la scalata del Gran Cratere de la Fossa. Che è alto solo 400 m, ma mentre lo si raggiunge lungo il sentiero di polvere  nera ci si sente in missione sulla Luna. Una volta in cima, il cratere con le sue nuvole di zolfo è una visione da canto dantesco. L’escursione si completa ritornando con i piedi per terra grazie a una degustazione di formaggi caprini in un caseificio locale. Chi vuole prolungare il soggiorno a Vulcano può dormire in una delle sei camere di Maria Tindara (mariatindaravulcano.it), locanda e ristorante, e da qui  passeggiare verso il Belvedere di Capo Grillo, dove la vista abbraccia il resto dell’arcipelago, o nella Valle dei Mostri. Tra rocce vulcaniche dalle forme strambe, somiglia a un’installazione di Land Art.

Paesaggi invernali

vulcano, arcipelago delle eolie: il gran cratere de la fossa a un’altitudine di 400 m.

kasos, nell’arcipelago del dodecanneso, tra l’isola di karpathos e creta.

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sylt, la più a nord delle frisone (germania) vanta una lunga e celebre spiaggia.

Kasos, Grecia

Non c’è bisogno della macchina del tempo per tornare ai bei giorni andati nei quali le isole greche erano un rifugio per pochi  e felici. Basta andare a Kasos, confine estremo del Dodecaneso che nei suoi paesaggi scabri condensa lo spirito dell’Ellade isolana che fu (visitgreece.gr). Snobbata dal turismo di massa financo in estate, d’inverno la si divide pressoché soltanto con i 1 000 residenti stanziali. Esplorare Kasos non è una passeggiata, anche se camminare è il modo giusto per girarla: le sue colline e montagne si domano con hiking e trekking. Sette percorsi panoramici si snodano per una settantina di chilometri: spesso seguono le orme dei pastori, per la maggior parte offrono fantastici panorami. A volerli percorrere tutti, con soste in villaggi, monasteri e grotte, calcolare una settimana. Tra i villaggi, Fry, la “capitale” dove attraccano i traghetti da Karpathos (l’isola più vicina, dotata di aeroporto), conserva grandi dimore, ricordo di quando l’isola era una potenza navale e vi abitavano 12 000 persone. Visto il ruolo attivo avuto durante la Guerra d’indipendenza greca, nel 1824 gli ottomani gliel’hanno fatta pagare, giustiziando e deportando. Tra i monasteri, Agios Mamas con una cupola bizantina rossa a strapiombo sul mare, i pavimenti di mosaico e l’altare in legno istoriato. Tra le grotte, Ellinokamara, che custodisce un tempio del III secolo a.C., e Sela, abbellita dalle stalattiti. Punto di riferimento dell’isola è Kasos Tours (kasostours.com), agenzia fondata da George Mastromanolis e da sua moglie Foula Kikis, che organizza escursioni, esperienze (lezioni di cucina comprese) e ha pure eleganti suite e appartamenti in affitto a Fry (theoxenia-kasos.com).

Lanzarote, Spagna

Le speranze di trovare pochi villeggianti a Lanzarote stanno a zero. Dal gennaio all’agosto 2023, sull’isola delle Canarie hanno trascorso le vacanze 2 004 812 persone (12 volte e mezzo il numero dei residenti, dati ufficiali Turismo de Islas Canarias). Ma con i suoi paesaggi vulcanici (vedi il Parco Nazionale Timanfaya che sembra piovuto giù da Marte) Lanzarote non può mancare tra le nostre isole “ultraterrene”. D’inverno, poi, le masse turistiche si riducono e le temperature sono miti (tra i 16° e i 23°), condizioni ideali per lanciarsi nelle attività outdoor. I patiti delle due ruote hanno a disposizione 180 km di percorsi ciclabili (occhio ai dislivelli). Tra i vari sentieri da percorrere a piedi, invece, c’è il trekking alla Caldera Blanca. Sei chilometri senza drammatici gap attraverso il malpaís, zona dove l’eruzione del 1730 ha cancellato 30 villaggi lasciando un terreno lavico impervio come la santità e nero come il peccato, che culminano nel punto più alto dell’isola, il bordo del cratere Caldera Blanca (445 m). Da qui, guardando verso sud, si ha la miglior visuale del complesso vulcanico di Timanfaya con le sue Montañas de Fuego. In quanto al surf, le condizioni top si verificano da settembre a maggio. Spot d’elezione, il break di San Juan, lungo la costa nordoccidentale, una delle migliori onde sinistre dell’arcipelago. Venendo a occupazioni più epicuree, la malvasia vulcanica si degusta direttamente nelle aziende vinicole come Bodegas la Florida (bodegaslaflorida.com) e Bodegas Martinón (bodegasmartinon.com), dove le viti crescono protette da muretti circolari di pietra – ça va sans dire – vulcanica. Per dormire, Palacio Ico (hotelpalacioico.com), boutique hotel con ristorante in un edificio del 1690 nel centro di Teguise. Per le info sull’isola: ciaoisolecanarie.com.

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l’isola di skye, collegata alla costa nord-ovest della scozia da un ponte.

Sylt, Germania

Quando si pensa alla Germania, le spiagge non sono certo la prima cosa che viene in mente. Invece, al confine con la Danimarca, ce n’è una di grande suggestione. Sono i 40 km di sabbia e dune di Sylt (sylt.de), brandello teutonico che la forza del mare ha strappato al continente formando, lei e l’arcipelago del quale fa parte, le Frisone. Il paesaggio di Sylt, sotto le sferzate del vento e la risacca delle onde, è in costante metamorfosi. Aggiungete atmosfere rarefatte, dove la tonalità ambra delle dune avvolte dalla bruma e chiazzate dalla neve si stempera nel pallore opalescente del mare, e si capisce perché Roman Polanski l’ha scelta come location del suo L’uomo nell’ombra (The Ghost Writer, 2010), intenso thriller psicologico con Ewan McGregor e Pierce Brosnan. Chi ci viene per una trasferta invernale, però, non trova niente di noir. Anzi, l’isola offre la palette completa di esperienze da bon vivant. A cominciare dal cibo. Ci sono tre ristoranti stellati, che danno un twist alla cucina teutonica nel nome della nordic fusion: Söl’ring Hof (soelring-hof.de) due stelle, Bodendorf’s (landhaus-stricker.com) e Kai 3 (budersand.de), entrambi con una stella. Per quanto riguarda i riconoscimenti gastronomici, si sprecano anche i cappelli Gault Millau: ne ha due Jm at Hotel Jörg Müller (jmsylt.de), ristorante dello chef Jörg Müller, fedele alla tradizione frisona. Non mancano comunque stube come l’Alte Friesenstube (altefriesenstube.de), nell’edificio più antico dell’isola (1648), e bistrot come Sylter Royal (sylter-royal.de), dove mangiare la specialità locale: le ostriche. Poi c’è il benessere, reiterato in numerose spa. Molte si trovano in hotel che offrono la possibilità anche a chi non ci dorme di concedersi una giornata di relax, vedi quella vista mare con piscina coperta del Wyn (wyn-sylt.de). Il posto più divertente per il detox, però, sono le saune sulla spiaggia. Aperta tutto l’anno, la Strand Sauna (strandsauna.info) è protetta dalle dune e, per completare il rituale dopo la canonica sudata a 100°, ci si butta direttamente tra le onde gelide del mare. Rimanendo in tema cavalloni, Sylt è meta gettonata per il surf in tutte le sue forme, nonché scenario annuale della Windsurf World Cup. Per chi vuole imparare, la scuola di surf Inselkind (inselkind.com). Per dormire a pochi passi dalla spiaggia, l’Hotel Stadt Hamburg (hotelstadthamburg.com) ha anche una spa in stile orientale.

le aran, in irlanda: tre isole (la più grande è inis mór) nell’atlantico al largo di galway.

Skye, Scozia

Valli selvagge, impenetrabili foreste, brulli promontori, drammatici ghiacciai, costa ruggente e castelli. Se non bastasse, sull’Isle of Skye si parla gaelico, tocco che completa l’effetto di trovarsi proiettati in un universo fantasy. L’isola è facilmente raggiungibile in auto, visto che è unita alla Scozia da un ponte; il consiglio per scoprire gli angoli più suggestivi, però, è mollare le quattro ruote e perdersi pedibus calcantibus tra i suoi panorami. Summa di questi, Quiraing, altopiano vulcanico nella parte settentrionale dell’isola che si esplora lungo un sentiero ad anello di quasi sette chilometri. Tra formazioni rocciose chiamate Prison e Needle (intuitivamente, c’è chi ci vede una fortezza; nella seconda, un ago) si raggiunge Table, plateau d’erba tra le rupi dove, visto che è invisibile dal basso, i pastori usavano tenere al sicuro le pecore. Sempre a nord, un sentiero lungo poco meno di quattro chilometri sfocia ai piedi del macigno più famoso di Skye: “The Old Man of Storr”, pinnacolo basaltico che, leggenda vuole, indichi la tomba dei giganti. Tra i castelli, quello quattrocentesco di Armadale (armadalecastle.com) rende l’idea del tramonto dei grandi clan scozzesi. Un tempo simbolo del potere dei MacDonalds, oggi è un rudere, ma la sua scenografica posizione che domina il canale di Sleat e i suoi magnifici giardini meritano una sosta. Inaugurato da una manciata di mesi, The Bracken Hide (brackenhide.co.uk) è l’hotel più recente di Skye. Le camere sono cabin indipendenti sparse per una tenuta privata lungo la costa est. Ristorante, whisky bar con le migliori etichette prodotte sull’isola e sauna completano l’offerta. In alternativa, ha appena celebrato i suoi 50 anni Kinloch Lodge (kinloch-lodge.co.uk), nato dalla ristrutturazione di una fattoria del ’700. La location sulle rive del Loch na Dal con vista sulle montagne di Cuillin, le suite con caminetto e, ai fornelli del ristorante, l’inventivo chef Jordan Webb valgono il viaggio. Per pianificarlo, tutte le info su visitscotland.com.

Aran, Irlanda

A 25 miglia nautiche a largo della costa ovest d’Irlanda, un altro arcipelago da film; anzi, mini arcipelago, visto che le Aran (ireland.com) sono tre: Inis Mór, Inis Meáin e Inis Oírr, dopodiché solo oceano fino al Nuovo Mondo. Nel 1934, han fatto da sfondo al cult L’uomo di Aran di Robert J. Flaherty, che i cinefili più attenti ricorderanno nell’elenco dei grandi classici d’autore nel cineforum aziendale del Secondo tragico Fantozzi. Quest’anno si sono guadagnate tre Golden Globe e nove candidature agli Oscar (poco importa se non ne hanno vinto nessuno) come co-protagoniste degli Spiriti dell’isola, film di Martin McDonagh con Colin Farrell. L’atmosfera stralunata metà Samuel Beckett metà Monty Python della pellicola deve molto alle scene girate tra i paesaggi sospesi nel tempo di Inis Mór. La più grande delle Aran è lunga 12 km e larga quattro. In irlandese si chiama “Inishmore”, ma visto che la prima lingua dei suoi 800 abitanti è il gaelico, abituiamoci subito al nome celtico che, peraltro, significa proprio “isola grande”. I traghetti dell’Aran Island Ferries (aranislandferries.com) collegano tutti i giorni e tutto l’anno il porto di Rossaveel (Ros a Mhíl), sulla costa d’Irlanda, a quello di Kilronan, centro principale di Inis Mór (la traversata dura mezz’oretta). Non si possono portare auto, per girarla si noleggia la bicicletta  (anche elettrica), si prendono i minibus o si sale sui calessi a cavallo, folkloristico mezzo di trasporto locale. L’isola è un puzzle le cui tessere sono rifinite da bassi muretti a secco e misteri archeologici. Ovvero, Dún Aonghasa: tre cinte murarie concentriche a protezione di una piattaforma in bilico su una scogliera di calcare che si butta a capofitto tra le onde con un salto di 100 m. Nessuno sa esattamente quando – si suppone tra il 1500 e il 1100 a.C. – e per quale funzione Dún Aonghasa sia stata edificata, roba da X-Files. Nei mesi invernali, la scelta di posti dove soggiornare a Inis Mór si riduce drasticamente, hotel e b&b vanno in letargo. Fa eccezione Aran Thatch Cottage (aranthatchcottage.com), un pittoresco cottage dal tetto di paglia sperduto nella campagna. A cena, tutti da Joe Wattys (joewattys.ie), pub, ristorante e cuore pulsante della vita sociale alle Aran d’inverno.

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a metà strada tra la norvegia e l’artico, le isole svalbard (circa 3000 abitanti) costituiscono la comunità più a nord del mondo.

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aurora boreale isole svalbard

Svalbard, Norvegia

Si fa presto a dire Norvegia: geolocalizziamolo, l’arcipelago delle Svalbard (visitsvalbard.com). Si estende tra i 74° e gli 81° latitudine nord, ovvero – trasformando le coordinate in parole povere – estremità settentrionale del Mar Glaciale Artico. In pratica, sono il luogo più a nord d’Europa e il punto più a nord raggiungibile con un volo di linea. Buona notizia, in due ore e mezza da Oslo si è lì. Per chi preferisce lo slow travel, ci fa tappa anche il mitico Hurtigruten, il postale dei fiordi. L’arcipelago è formato da nove isole principali: poco meno di 3 000 abitanti, la maggior parte dei quali a Longyearbyen, la capitale, dove si trovano l’aeroporto e le uniche strade. Ghiacciai e nevai coprono il 60% della superficie totale, che è di 62 045 kmq (la metà dell’Islanda, giusto per avere un paragone). Le stagioni sono tre. Da metà maggio a tutto settembre è l’estate polare, dominata dal sole di mezzanotte. Da ottobre a febbraio, il sole non sorge mai: è l’inverno dell’aurora boreale. Da marzo a maggio, il sole ricomincia a fare capolino in quello che è definito l’inverno soleggiato. Andare alle Svalbard durante i mesi della notte infinita è roba da duri, ma si viene ripagati da uno degli spettacoli naturali più affascinanti al mondo: l’aurora boreale, ovvero quel lisergico fenomeno di luci sfarfallanti nel cielo che si manifesta attorno al circolo polare tra agosto e aprile, di notte. Qui non bisogna aspettare la notte, può andare in scena in ogni momento visto che è sempre buio. Se raggiungere le Svalbard è facile, aereo o nave che sia, una volta a destinazione bisogna affidarsi a qualcuno che le conosce bene. Un esempio per scoraggiare i turisti fai da te: appena fuori dal centro abitato è facile imbattersi negli orsi polari, splendide creature che possono raggiungere gli 800 kg di peso e che non hanno in gran simpatia il genere umano. Saggio, quindi, farsi accompagnare da Base Camp Explorer (basecampexplorer.com) che organizza escursioni con le slitte trainate dagli husky ed esplorazioni delle grotte di ghiaccio. Punto di partenza, il Base Camp Hotel, 16 camere, bar, ristorante e negozio a Longyearbyen. Da febbraio, Base Camp Explorer riprende le spedizioni in motoslitta all’Isfjord Radio Adventure Hotel, ospitato in una stazione radio del 1933, 90 km a ovest di Longyearbyen. E da marzo, è di nuovo accessibile il Nordenskiöld Lodge. È l’albergo più a nord del Pianeta e dispone di cinque camere doppie con vista sul fiordo ghiacciato Billefjorden e le montagne a fargli da corolla. Sia l’Isfjord Hotel sia il Nordenskiöld Lodge dispongono di sauna e sono arredati da Halvor Bakke, designer e celebrità della Tv norvegese. Perché anche ai confini del mondo ci vuole un certo stile.

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