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Retrocamping, anche il campeggio di è tinto di nostalgia

Il campeggio, oggi, si divide in due categorie: quelli che portano il phon e la piastra per i capelli e quelli che portano la moka. I primi fanno glamping. I secondi fanno retrocamping. I primi dormono in tende da 500 € a notte con il bagno nascosto tra le piante finte. I secondi cercano di chiudere un finestrino laterale da tre giorni, ma senza troppa convinzione: la vacanza è a bordo di un camper vintage. Una novità? Non proprio. In Australia la faccenda è organizzata quasi troppo bene. Con RetroRv, tramite la piattaforma Camplify, si sceglie online uno dei furgoncini d’epoca disponibili – ce ne sono di ogni tipo: Vw Kombi, Bedford, Toyota Hiace, alcuni con tappezzerie che sembrano uscite da un salotto del 1972. Il veicolo viene consegnato dove serve, già equipaggiato con stoviglie, coperte, assicurazione, assistenza 24 ore su 24 e, a volte, persino un manuale su come non far esplodere il fornellino a gas. Il sistema è così ben rodato da sembrare pensato per chi non ha mai acceso un accendino. Se le chiavi restano chiuse dentro (insieme a un parente e all’aria condizionata accesa), basta una chiamata. Nessuno ride. O almeno, non davanti. Il mezzo si guida con calma. Superati i 60 km/h qualcosa vibra, di solito vicino al gas. Ma poi si apre il portellone, si piazza un tavolino storto su un prato qualunque, si tira fuori la santa moka e si guarda il panorama come se fosse una scelta. Niente vassoio, niente luci al neon, nessuna fila per il bagno. Meglio una forchetta che cade nell’erba che mettere le mani su un lercio tavolo da autogrill.

cool campers in sardegna (alghero).

In Giappone invece si viaggia in formato bonsai. Samurai Campers noleggia mini furgoni, compatti quanto basta per infilarsi in un parcheggio qualsiasi, ma con tutto il necessario per viverci dentro: letto a scomparsa, fornellino, set da campeggio e una razionalità giapponese che sfiora il filosofico. Ci stanno due adulti veri, ma devono andare molto d’accordo. Per litigare serve spazio, e dentro una kei car non ce n’è. Si dorme vicini, si cucina con attenzione, e si fa colazione in mezzo al verde, con i cervi che osservano in silenzio. Il motore parte sempre. I nervi, dipende. In Europa cambia tutto, ma lo spirito resta. In Slovenia, Vintage Camper Vans Life mette a disposizione Vw Westfalia d’epoca: furgoni con tetto a soffietto, cucinotto integrato e parcheggio privato appena fuori Lubiana. Dentro c’è spazio minimo per muoversi, fuori il silenzio incontra l’erba fresca. Si parte per un giorno o una settimana, passando tra montagne, laghi e boschi: il camper si comporta bene – e restituisce notti in cui svegliarsi ricorda i gloriosi Anni 80. In Sardegna, tra strade secondarie e panorami da cartolina, c’è una piccola realtà che fa viaggiare indietro nel tempo: Cool Campers. È un’azienda familiare creata da Amandine e Antonio, lei francese, lui sardo, con l’idea semplice ma radicale di condividere il loro amore per i van vintage. Hanno messo insieme restauri meticolosi, accessori pratici e uno spirito da veri local, offrendo ai viaggiatori non solo veicoli d’epoca (Vw degli Anni 70 e 80), ma anche itinerari su misura e consigli da insider. Tutto per una vacanza lenta, fuori rotta, assicurata e lontana dal rumore. La flotta di Cool Campers è composta da furgoncini che sembrano usciti da un film Anni 70, ma con dentro tutto il necessario per vivere comodi: cucina, letti, spazio per i bagagli e una personalità unica per ognuno. Ogni mezzo ha una storia: c’è Leo arrivato dagli Stati Uniti, Jorge salvato da Genova, Fanny con un passato greco. Viaggiare con loro non è solo spostarsi, è diventare parte di una piccola avventura vintage su quattro ruote.

il tully camper noleggiabile in australia con retrorv e la piattaforma camplify.

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tappa in giappone con samurai campers.

tappa in giappone con samurai campers.

Tutto bello, ma pensando all’Italia, soprattutto, rimane il problema di visitare le città d’arte o i centri storici: Ztl, sensi unici medievali, limiti alle emissioni, divieti ai diesel del secolo scorso. Insomma, non proprio il terreno ideale per un furgoncino vintage col cuore caldo e la marmitta libera. Ma good news: il camper si può sempre parcheggiare fuori dal centro. E poi si entra a piedi, come i pellegrini. Si cammina tra le mura, si prende dell’acqua fresca dalle fontanelle pubbliche, si visita una chiesa, forse due, un museo e si chiude in bellezza con uno spritz al tramonto. Il vero lusso? Tornare al camper e cucinare due spaghetti guardando le stelle, senza pagare un euro per il coperto (e una pasta precotta che tanto amiamo proporre ai turisti).

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